Dal 2018 il 20 maggio è diventato, per volere dell’ONU, la Giornata Mondiale delle Api. Un’occasione importante per riflettere su questi straordinari insetti, fondamentali per l’impollinazione di circa l’88% delle piante selvatiche con fiore. In Italia, dove si producono oltre 30 tipi di miele monofloreale e infinite variazioni di millefiori, il settore è in mano a 74.548 apicoltori. Di questi, quasi un terzo – il 30% – è donna. Un dato che racconta una rivoluzione silenziosa, concreta e operosa. Sempre più donne si avvicinano a questo mestiere antico e affascinante, dando vita a un’apicoltura tutta al femminile.
Alla vigilia dell’ottava edizione della Giornata, la FAI – Federazione Apicoltori Italiani – ha premiato a Roma 20 apicoltrici che si sono distinte nel progetto “APInRosa”, ideato da Valentina Calzavara per raccontare i volti, le sfide e le passioni dell’apicoltura al femminile. Queste sono alcune delle loro storie.
SICILIA – Francesca, 54 anni: l’amore per le api nere sicule e la battaglia contro la varroa
Francesca Maria Sottile, 54 anni, vive a Buseto Palizzolo, sulle colline del Monte Erice. Dieci anni fa, quasi per gioco, ha seguito un corso di apicoltura. Oggi cura 60 famiglie di api nere siciliane, razza autoctona a rischio, e si dedica alla loro tutela anche con metodi naturali contro la varroa destructor, acaro killer delle api.
«Uso la lotta biomeccanica: costruisco telai-trappola per intercettare la covata preferita dalla varroa e la elimino prima che infetti l’alveare». Il suo miele – dalla sulla all’eucalipto – ha ricevuto anche premi prestigiosi, come le Tre Gocce d’Oro. «All’inizio mi ridevano in faccia. Dicevano che questo era un mestiere da uomini. Oggi, le mie api mi danno ragione ogni giorno».
ABRUZZO – Rosalba, 50 anni: tra diritto e nettare, la “legale delle api”
Avvocato civilista, esperta in diritto di famiglia e amministrazioni di sostegno, Rosalba Spineto ha una seconda vita tra favi e affumicatori. «Mi definisco “avvicoltrice”: metà legale, metà allevatrice di api. È con loro che riesco a ritrovare il silenzio e la concentrazione per affrontare il mio lavoro». Dodici anni fa ha deciso di dare corpo a un sogno d’infanzia e ha recuperato un rustico nell’entroterra abruzzese. Da lì è cominciato tutto. Oggi gestisce 200 arnie, produce mieli pregiati – dall’acacia al rarissimo miele di peccia – e pratica la transumanza apistica in Abruzzo.
«Amo complicarmi la vita», racconta con un sorriso. «Sono anche apicoltrice nomade: sposto decine di arnie da 60 kg ciascuna per cercare le fioriture migliori». Rosalba ha scelto un’apicoltura rispettosa anche della fauna locale, come gli orsi del Parco della Majella, installando reti protettive. «Mi alzo alle cinque, lavoro da sola, e ogni sera aspetto che le mie ragazze tornino a casa. Le api ci insegnano che solo insieme si costruisce qualcosa di grande. E io vorrei portare questo insegnamento anche nel sociale, coinvolgendo i ragazzi con disabilità».
TRENTINO ALTO ADIGE – Gloria, 39 anni: miele d’alta quota e resistenza montanara
Nel minuscolo borgo di Sagron Mis, in Trentino, Gloria Salvadori ha scelto di restare e resistere. Con le sue 13 arnie, pratica una micro-apicoltura eroica, ostinata, legata alla terra e alla memoria. «Qui la stagione è breve e dura. Ma produrre miele qui significa raccontare un territorio e salvarlo dallo spopolamento».
Discendente da una famiglia di apicoltori, Gloria ha raccolto l’eredità del nonno e del bisnonno, aggiornandola con competenze moderne e una visione concreta. «In inverno mi dedico ai miei alpaca e filatura della lana, ma con la primavera inizia la corsa: controlli, fioriture, prevenzione della sciamatura. Ogni arnia è una storia a sé».
Il suo miele racconta il profumo del bosco e la tenacia di chi sceglie di restare.
Le api, come le donne che le allevano, sono laboriose, precise, coraggiose. E soprattutto: indispensabili. In un mondo sempre più fragile, queste apicoltrici ricordano con il loro lavoro che il cambiamento può arrivare dal basso. Anzi, dal favo.
Leggi l’articolo del corriere della sera: https://www.corriere.it/cronache/25_maggio_20/noi-apicoltrici-d-italia-ci-dicevano-che-era-un-lavoro-da-maschi-le-api-un-monito-per-la-nostra-societa-e02b8506-4f60-4255-8bef-ff0d6bddbxlk.shtml?refresh_ce